Proprio ieri sera stavo consultando una tabella sull’allocazione del risparmio delle famiglie in Italia pubblicata nel rapporto BNL-Enaudi “Il risparmio in Italia 2009” consultabile al link http://www.centroeinaudi.it/home.html . Dalla fotografia del 2009, emerge una allocazione delle risorse finanziarie per il 62% in risparmio postale e titoli di stato. La restante parte risulta investita in obbligazioni, azioni, risparmio gestito e polizze. Ma al di là della tipologia dei singoli strumenti finanziari ciò che mi ha colpito è il trade off tra la necessità dichiarata degli Italiani, come si legge nel rapporto suddetto, di sicurezza ed il successivo comportamento nell’acquisto di strumenti finanziari. Detto in altre parole chissà se gli Italiani conoscono la probabilità di default di un singolo emittente sovrano quale l’Italia o di un emittente societario Italiano ?
Chissà se gli Italiani conoscono il vantaggio della diversificazione !?
Dallo studio emerge che solo il 19% è in risparmio gestito ovvero polizze e fondi/etf e che solo il 12% è in fondi/etf.
Qualsiasi libro di finanza aziendale ci racconta che esistono due rischi in finanza:
il rischio sistematico
il rischio specifico
L’unico rischio eliminabile o fortemente riducibile è il rischio specifico o rischio emittente. Ciò è possibile con un portafoglio efficaciemente diversificato come nessun risparmiatore potrebbe fare attraverso il fai da te. Mi spiego meglio. Se voglio diversificare per aree geografiche, valute, settori, dimensione delle imprese, etc, avrò bisogno di grandissime disponibilità e competenze che non sono usualmente disponibili ai risparmiatori. Il rischio sistematico non è invece eliminabile in quanto è il rischio del mercato di riferimento in cui investiamo. Nei paesi anglosassoni è stato insegnato dalle scuole primarie che investire diversificando attraverso un fondo/etf non solo è auspicabile per la riduzione del rischio di un portafoglio ma nel lungo termine produce risultati migliori rispetto al fai da te. Per contro in Italia, dove l’offerta di strumenti finanziari prevale sulla domanda, si continuano a collocare obbligazioni di banche, società che finiscono puntualmente nei portafogli delle famiglie, probabilmente ignare del rischio che stanno correndo. La stessa cosa accade con la percezione di sicurezza che un titolo di stato infonde ancora nelle menti degli Italiani e la precarietà viceversa originata dall’avere nel portafoglio fondi/etf. Se poi qualche stato vicino a noi comincia a vacillare ci si scrolla le spalle e si pensa che da noi non potrà mai accadere. Poco importa se i cds che misurano il richio default continuano a salire…
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Meta
E’ praticamente impensabile in un’economia moderna lasciare la quasi totalità dei risparmi in depositi..ok che sono garantiti dal fondo di tutela interbancario dei depositi, fino ad un importo di 103000 euro, ma che caspita regalare i soldi alle banche e alle poste è pazzesco!
Quando ci sono strumenti che presentano un alto grado di liquidità e una buona redditività.. ed anche se stanno alzando i tassi per reperire più risorse restano comunque SCANDALOSI!
Il problema è che ci vorrebbe una migliore conoscenza della finanza da parte di tutti, collega….quoto il tuo articolo.
BlogMaister
http://economyblogger.wordpress.com/