Ma questo “spread” è giustificato ?

Capita sempre più spesso di sentire parlare di spread anche al bar da coloro che pur non sapendo di cosa si parla desiderano tuffarsi nell’agorà politica economica di questi giorni febbrili facendo uso di termini largamente utilizzati ma estremamente tecnici. Lo “spread” ovvero il differenziale di rendimento tra il nostro decennale Italiano ed il Bund tedesco si aggira nell’intorno dei 350 punti base e gli esperti ci dicono che ciò dipende dalla situazione economica del paese e quindi dal rischio che gli investitori stanno correndo per prestare denaro agli emittenti. Vale a dire che gli investitori si accontentano di 1,76% netto a dieci anni per prestare denaro alla Germania ma pretendono un 5% netto per prestare denaro all’Italia. Una analisi più approfondita mi conduce ad approfondire la relazione e capire se lo spread è giustificato dalla situazione economica attuale e/o dalle aspettative sull’andamento delle rispettive economie. Vorrei ritornare sulla ricchezza delle famiglie Italiane ma questa volta non considerando la loro allocazione tra i vari strumenti finanziari ma piuttosto la ricchezza netta tra attività reali e finanziarie e passività. Come addetto ai lavori mi piacerebbe dipingere uno scenario e prendere eventuale posizione sul mercato. Credo che ciò sia cruciale per non rischiare di non essere capaci di prendere decisioni, giuste o sbagliate che siano, rimandendo immobili in balia degli eventi. In una ricerca di Banca d’Italia risalente al 2009 visionabile al link http://www.bancaditalia.it/statistiche/stat_mon_cred_fin  viene pubbicata la tabella di cui sopra in cui viene raffrontata la ricchezza netta delle famiglie italiane con quella degli altri paesi più industrializzati al mondo e ciò che emerge ha stupito anche il sottoscritto.  Pur sapendo che questi dati vanno accolti con prudenza, siamo il paese con le maggiori attività reali, rapportate al reddito disponibile, dopo la Francia. Siamo il paese con le minori passività finanziarie, anch’esse rapportate al reddito disponibile, tra i paesi più sviluppati ed industrializzati. Tutto questo ci porta a redigere una classifica sulla ricchezza netta dalla quale nel 2007, anno in cui abbiamo dati completi, risultiamo tra i primi a parità con la Francia e sopra la Germania. Nel 2008 la nostra ricchezza netta supera abbondantemente quella di altri paesi storicamente definiti avanzati e sviluppati come USA e Giappone. Già il Giappone….qualcuno dovrebbe spiegarmi come mai pur avendo una ricchezza netta delle famiglie nettamente inferiore alla nostra ed un debito pubblico più grande del nostro in relazione al PIL possano permettersi di pagare tassi così bassi. Credo quindi che sia un problema di prospettive di crescita del nostro paese e più in generale politico perchè da questo dipende la crescita. Risolto questo, lo scenario potrebbe essere di una convergenza tra i nostri BTP ed i Bund.

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Consulente finanziario Finecobank
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