Questo week-end è stato denso di incontri per ristabilire un pò di ordine nella ristrutturazione del debito greco ed a tale proposito sono stati elaborati dati sulla probabilità che anche altri stati nella zona euro facciano la stessa fine. Gli analisti ed investitori di tutto il mondo stanno cercando di capire se paesi quali l’Italia, la Spagna ma anche la più blasonata e solida Francia possano esporre a rischi e soprattutto in quale misura. Per fare questo può essere utile prendere in considerazione il tasso di default implicito dei paesi derivante dai CDS (credit default swap) sulle varie scadenze ed il rendimento offerto dai governativi.
Dalla tabella di cui sopra ciascuno di noi potrà trarre delle conclusioni. Si tratta di una fotografia attuale di ciò che il mercato pensa sulla solidità delle obbigazioni emesse dagli stati principali della zona euro. Ma la tabella esprime anche ciò che i mercati pensano in termini prospettici della probabilità di fallimento di uno stato euro a 10 anni per esempio. Ma fermiamoci sui due archi temporali estremi ovvero un anno e dieci anni. Ciò che ha colto me di sorpresa, non è tanto la probabilità di fallimento ad un anno dell’Italia pari ad esempio al 2,92%, quanto il fatto che su un orizzonte a 5 ma soprattutto a dieci anni nessuno è esente da rischi. Se quindi appare preoccupante la situazione Italiana, il cui default a 10 anni viene dato al 41% di probabilità, desta grande stupore vedere la Francia al 13,90%. I mercati quindi stanno apprezzando gli sforzi che gli stati stanno facendo ma non hanno molta fiducia che il risanamento possa continuare e portare fuori dalle secche i principali paesi europei nel lungo termine. Ricordiamoci che questo è quello che oggi i mercati pensano e non ciò che accadrà. In ogni caso questo deve farci ragionare sulla utilità ed aggiungerei necessità, oggi più che mai, di diversificare e di non pensare ai bond domestici come a quelli della propria nazione ma come quelli dei paesi euro e meglio ancora dell’europa intera di cui fanno parte 27 paesi tra cui anche quelli che non hanno ancora adottato l’Euro.