Si avvicina il 31 dicembre e come ogni anno, si ripropone la ricerca dei costi detraibili e deducibili per cercare di ridurre la pressione fiscale. E quest’ anno, dopo gli interventi Monti “salva Italia”, il tema è ancora più importante per evitare che gran parte del nostro reddito prodotto, sia come autonomi che come dipendenti, se ne vada a Roma…Trovo così estremamente importante non tralasciare nulla che possa favorire un maggiore reddito disponibile risparmiabile e consumabile ed è per questo che apro una discussione sui fondi pensione. PIP, Fondi pensione aperti e Fondi negoziali non riescono ad affermarsi in Italia e guardando la tendenza dell’ultimo anno solo i PIP mostrano una crescita interessante:
Già, proprio i PIP, poichè non essendoci una domanda del mercato di fondi pensione la vendita dei prodotti prevale sulla consulenza e sono le reti di vendita a guidare l’offerta. Ma, più che occuparci del motivo per il quale i fondi pensione non decollano focalizziamoci sul perchè avere un fondo pensione:
- vantaggi fiscali
- diversificazione
- basso costo
- possibilità di mediare i prezzi dell’ investimento
- migliore tenore di vita futuro
- esenzione pagamento bollo Monti
Partiamo dall’analisi del primo punto ovvero i vantaggi fiscali. In sede contributiva i contributi versati al fondo pensione aperto, compresi quelli versati a favore dei familiari a carico (escluso il TFR) sono deducibili dal reddito imponibile, fino al limite massimo di 5164,57 euro annui. Ed anche in sede di erogazione delle prestazioni la tassazione è più conveniente. Infatti, al netto della rivalutazione, il montante del fondo pensione viene tassato con un’aliquota del 15%, che decresce con il numero di anni di adesione fino ad arrivare al 9%. Se lasciato in azienda, il TFR verrebbe invece tassato all’aliquota marginale (dal 23% al 43%). Inoltre i rendimenti dei fondi pensione sono tassati al 11% contro il 20% delle altre attività. La diversificazione pur non essendo esclusiva del fondo pensione è una caratteristica che lo accomuna ad un fondo comune e che riduce fortemente il rischio. I costi di gestione dei fondi pensione negoziali ed aperti sono estremamente bassi ed in competizione con i fondi indice quali gli ETF. Si va da un ISC (indicatore sintetico di costo) allo 0,15% ad uno 1% annuo a seconda della linea scelta. Versare ogni anno in relazione alla propria necessità di abbattere il reddito imponibile consente anche di mediare i prezzi di acquisto e si rivela un buon metodo per accumulare capitale. Ovviamente non può che migliorare il tenore di vita futuro, accumulare capitale risparmiato, tfr ed anche un contributo datore di lavoro che altrimenti non esisterebbe. In ultimo, ma non meno importante, l’introduzione del bollo sulle attività finanziarie pari allo 0,10% per il 2012 e 0,15% per il 2013. Ebbene, i fondi pensione risultano i soli a non essere soggetti a questa tassazione.
Vorrei fornire, a titolo esemplificativo, degli esempi basati sul risparmio fiscale ottenibile su un reddito imponibile di 20.000 euro ed un versamento in un fondo pensione di 2.500 euro
Su un reddito imponibile di 30.000 euro e versamento di 2.500 euro in un fondo pensione
e su un reddito imponibile di 30.000 ed un versamento in un fondo pensione per 5.164,57 euro
Credo che ognuno poi possa trarre le proprie conclusioni approfondendo l’argomento sul sito http://www.mefop.it/