Plus24 del Sole24Ore pubblica settimanalmente lettere dei risparmiatori che poi il giornalista Marco Liera commenta. L’ultima lettera apparsa sulla rubrica mi sembra di estrema attualità perchè il risparmiatore che ha investito in fondi azionari descrive la difficoltà di scegliere il momento giusto. Vale la pena citare testualmente le parole scritte dal risparmiatore: “Ho disinvestito una somma importante da un fondo comune azionario e adesso mi trovo con la necessità di decidere al meglio per un successivo investimento. Non è stato facile seguire l’investimento azionario in quanto ci si deve arrangiare nel decidere il timing di uscita e, quando opportuno, di reinvestimento. A quali società di gestione si può dare delega di operare con assoluta elasticità cogliendo le occasioni più interessanti che, di volta in volta, il mercato presenta ? Per intenderci, una gestione che passi dall’azionario alla liquidità senza lasciare al cliente l’onere di decidere….”
Il giornalista parla di illusioni cognitive ovvero di una patologia di cui sarebbe affetto il risparmiatore. La patologia consiste nel credere che esista qualcuno che sistematicamente sia in grado di indovinare i momenti migliori per entrare ed uscire dai mercati azionari. Ovviamente qualcuno presta il fianco a queste illusioni. Infatti esistono i fondi flessibili che non hanno alcun vincolo sull’asset allocation di base (azioni-obbligazioni) e non condividono alcuno specifico fattore di rischio (ad esempio geografico, settoriale, valutario, ecc.). In altri termini significa che il gestore del fondo ha la più ampia libertà nel variare l’esposizione sulle azioni, obbligazioni, valute, materie prime, etc.. La società Morningstar (www.morningstar.it), leader a livello mondiale nella classificazione, valutazione ed elaborazione dati relativi a fondi comuni, ha introdotto da poco la categoria dei fondi bilanciati flessibili globali. In questa categoria sono stati raggruppati tutti quei gestori che hanno mandato di modificare la componente azionaria tra 0 e 100. Detto in altre parole…usando quelle del risparmiatore della lettera…fare timing..
Chiaramente si tratta di un prodotto che ha un grosso appeal tra il pubblico poichè nella suo intendimento raggruppa tutti i sogni dell’investitore. Partecipare alle feste senza ubriacarsi…equivalente a guadagnare molto rischiando poco. Qui sopra avete una lista dei fondi presenti della categoria negli ultimi 5 anni. Il rendimento annualizzato a 5 anni del fondo migliore è pari al 9,85% ed il peggiore è pari a -6,88%. Il divario ci fa capire come ci sia una grande differenza in questo comparto tra un gestore e l’altro. Ma l’impossibilità di conoscere con certezza in anticipo chi sarà il migliore in questo comparto nei prossimi 5 anni ci consiglia di prendere la media come riferimento indicativo per valutare la performance dei gestori flessibili. Infatti chi ci dice che i migliori gestori degli ultimi 5 anni saranno anche i migliori nei prossimi anni ed i risultati ottenuti sono dovuti alla abilità del gestore o a fortuna ? La media dei fondi sopravvissuti a 5 anni è dell’1,84% annuo. Ora, dati questi presupposti, analizziamo la performance di un fondo bilanciato globale classico di cui ho già parlato altre volte. Il blackRock global allocation viene lanciato nel 1989 e Dennis Stattman è il suo gestore dal 2003. Chi gestisce un fondo di questo tipo certamente è consapevole dell’impossibilità di predire il mercato e da mandato ripartisce il patrimonio tra obbligazioni ed azioni mantenendo una esposizione al mercato azionario mediamente al 50%. L’obiettivo, ripeto, non è quello di passare dall’obbligazionario all’azionario e viceversa facendo timing ma quello di generare ritorni interessanti nel tempo con la minore volatilità possibile ripartendo il patrimonio tra azioni, obbligazioni e materie prime e più in generale nell’universo investibile. Il gestore, ovviamente fa scelte tattiche, che lo portano a sovrappesare una determinata attività finanziaria rispetto ad un’altra ma mantiene sempre una esposizione bilanciata tra obbligazioni ed azioni. Spesso infatti i benefici derivanti dalla scarsa correlazione tra le varie attività nel portafoglio portano ad un risultato migliore nel medio termine e con meno rischio. Chi sceglie questo strumento per raggiungere i propri obiettivi di crescita nel medio termine del proprio capitale non è uno speculatore ma un investitore che desidera avere un rendimento in linea con il mercato e se possibile con una rischiosità minore. E’ qualcuno che non tollera di investire il proprio denaro in un fondo e dopo 5 anni scoprire che il risultato è stato negativo perchè il gestore ha fatto scelte sbagliate ! Ma vediamo come si è comportato il global allocation negli ultimi 5 anni.
Ha ottenuto un rendimento annualizzato composto del 7% annuo. D’accordo non è il 9,85% del migliore fondo flessibile ma non è neanche il -6,88% annuo del peggiore flessibile. Ma allora non dobbiamo utilizzare gestori di fondi flessibili ? Dal momento che i risultati di un buon gestore non sono sistematicamente ripetibili occorre utilizzare un accorgimento se si utilizzano questi prodotti. Si tratta di monitorare il loro rating con frequenza ed eliminarli sostituendoli con fondi più efficienti nel momento in cui il rating (se possibile utilizzando più fonti) va sotto la sufficienza. Solo utilizzando questa metodologia è possibile investire con efficacia in questi strumenti. Altrimenti non rimane che comprare un gestore bilanciato globale classico di qualità ed aspettare con fiducia……
La mia mail è sgaffa!
Guarda sotto…