Essere troppo corti costa caro…

Una ricerca condotta da Cicero Group, un’agenzia internazionale indipendente, ha intervistato 17.600 risparmiatori residenti nei principali paesi Europei e non, ponendo loro delle domande volte a sondare l’umore dal punto di vista finanziario. Il risultato, manco a dirlo, è che i nostri risparmiatori (per il campione analizzato) risultano preoccupati per il futuro più degli altri in giro per il mondo e sempre poco propensi ad investire nel lungo termine. Ciò che contraddistingue gli Italiani è la forte preoccupazione per la congiuntura economica e non per le variabili che invece influenzano gli umori di tutti i risparmiatori nelle economie domestiche di tutto il mondo. Queste variabili dovrebbero essere la dinamica dell’inflazione, il ciclo dei tassi di interesse, etc…

Ciò porta gli Italiani ad avere una forte avversione al rischio al punto che solo il 21% degli Italiani sarebbe disposto ad investire in borsa e ben il 58% non desidera prendere rischi con il proprio denaro. Oltre il 58% dichiara di non aver ancora cominciato a pensare ad un risparmio destinato a fini pensionistici. Quindi di fronte alla certezza che le pensioni saranno ridottissime rispetto all’ultima busta paga, la maggioranza degli Italiani non sa e non vuole ancora capire come risolvere almeno in parte il problema.

Ma dove voglio arrivare. Questo atteggiamento porta gli Italiani a pensare a breve termine, ad agire con miopia e dunque ad investire prediligendo il breve termine.

rendimenti

Probabilmente molti Italiani non hanno ben presente il concetto di rendimento reale. Dico questo perchè diversamente capirebbero che anche a breve termine si può rischiare di perdere denaro. Al netto dell’inflazione (1,2% nel 2009) un investitore oggi (come si vede nella tabella) dovrebbe almeno investire con un orizzonte di 5 anni se investe in titoli di stato Italiani. La ricchezza andrebbe preservata battendo l’inflazione e ciò è possibile farlo solo investendo con una ottica di lungo periodo una parte dei propri investimenti. Questa parte sarà soggetta a della volatilità ovvero ad alcuni periodi in cui sarà anche in perdita ma nel lungo termine sarà quella che ci consegnerà rendimenti reali importanti. Siano esse obbligazioni od azioni.  Potremmo storcere il naso ricordando spiacevoli momenti passati qualche anno fà sui mercati azionari ma investire guardando gli specchietti retrovisori non è mai stato un buon metodo.

E’ altrettanto interessante notare e  sapere che gli stessi Italiani, quando parliamo di investimenti immobiliari, hanno un orizzonte (giustamente) di lungo periodo. Ovvero accettano la volatilità dei prezzi immobiliari nel tempo perchè sono sicuri che nel lungo termine sarà un buon investimento. Questa sicurezza non deriva da previsioni o studi sul tema ma banalmente dal fatto che in passato è stato così. Ancora una volta il passato  guida le nostre scelte future d’investimento. Poco cambia se lo scenario è radicalmente cambiato, se le transazioni sono fatte a valore di mercato con una imposizione fiscale pazzesca, se l’affittuario è moroso, se i costi di manutenzione e possesso dell’immobile nel frattempo sono lievitati…

Si scopre che riesce anche a sopportare la volatilità dei prezzi  immobiliari come si vede nella tabella qui sotto in cui sono rappresentate le variazioni di prezzo negli ultimi 5 anni nelle principali città Italiane.

immobili

Sono quotidianamente sul campo di battaglia impegnandomi al fine di trasmettere ai consumatori della finanza miei clienti una cultura finanziaria che non sia basata prevalentemente su scelte di breve termine ma sul raggiungimento di obiettivi di lungo termine. Andando nello specifico occorre inserire nel portafoglio attività che potrebbero richiedere anni per sviluppare il loro potenziale come le azioni, le obbligazioni a lungo termine, le valute  e non rifugiarsi ostinatamente nel breve termine con tutto il portafoglio.

Non mi piace giocare facile e neanche creare aspettative ma documentare la realtà che dice come la maggioranza degli Italiani per la loro forte preoccupazione sul presente e futuro non abbia partecipato negli ultimi 5 anni al rendimento generato dai mercati azionari mondiali mentre abbiano partecipato abbondantemente al ribasso del mercato immobiliare Italiano.

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Informazioni su gianlucabati

Consulente finanziario Finecobank
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Una risposta a Essere troppo corti costa caro…

  1. Emanuele Zangari ha detto:

    Concordo pienamente ! Cmq una casetta a Firenze … c’è da farci un pensierino

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