Il 2014 si è chiuso dimostrando ancora una volta che le previsioni di inizio anno si sono rivelate errate. Sarebbe dovuto essere l’anno dell’Europa e degli Emergenti ed invece é stato ancora una volta l’anno degli USA. Avremmo dovuto assistere al declino dei prezzi dei bond ed invece abbiamo chiuso l’anno con rendimenti più bassi ed ancora performance positive per i portafogli bonds. Avrebbe dovuto essere l’anno del dollaro e….questa volta lo é stato. Finalmente l’euro si sta indebolendo contro dollaro e ciò, oltre che portare benefici ai portafogli globali azionari ed obbligazionari europei, spingerà probabilmente l’economia europea. Unitamente all’indebolimento del dollaro il petrolio continua a scendere e ciò forse consentirà alla BCE di utilizzare il bazooka con minore esitazione. Sarà forse il 2015 l’anno della riscossa per i mercati azionari europei ? Vedremo….ed intanto facciamo una snapshot dei principali mercati azionari mondiali nel 2014. A volte fare il punto della situazione può essere utile per rinfrescare la memoria e sviluppare nuove idee e convinzioni.
Praticamente tutti i mercati azionari Europei hanno chiuso in negativo o invariati ed i migliori mercati sono stati Cina, India ed USA. Veramente strano come i mercati emergenti abbiano mostrato in alcuni casi grandi ribassi, ad esempio Russia, e nel caso di Cina ed India degli ottimi rialzi. Comunque la chiusura dell’indice MSCI emerging market in valuta locale ha portato a casa un rendimento del 3,45%. Strano ma non inusuale vedere come all’interno di un indice così eterogeneo e vasto vi siano regioni che abbiano performato molto bene ed altre che hanno fatto molto male.
Lo stesso grafico dei principali indici azionari può essere fatto dal 2000 al 2014 per osservare che cosa sta accadendo su un arco temporale di 14 anni e dopo due crash (2000-2007) di proporzioni devastanti.
Anche in questo grafico stessa graduatoria del 2014 in ordine di arrivo. Balza immediatamente alla vista la volatilità estrema a cui sono stati sottoposti gli indici Cinesi, Indiani e di Hong Kong a ribadire che a rendimenti attesi più alti corrisponde maggiore rischio. Balza alla vista anche la scarsa o nulla performance dei principali indici azionari Europei. Negativa anche la prestazione del principale indice Giapponese, il Nikkei.
Se volessimo cercare di trarre qualche conclusione potremmo certamente affermare che i rendimenti annualizzati delle principali economie sviluppate mondiali dal 2000 al 2014 sono inferiori alla media storica. Questa è una osservazione che potrebbe rincuorare tutti coloro i quali pensano che nel medio lungo termine tutto ritorni alla media storica ma forse invece riflette una crescita economica dei principali paesi sviluppati che in questi anni è stata inferiore alla media storica. E ricordiamoci che i mercati azionari, soprattutto sui mercati sviluppati, sono efficienti ed incorporano tutte le informazioni disponibili ad un dato momento. Vale a dire che se oggi i prezzi sono questi significa che la situazione attuale e le aspettative sono tali da non giustificare prezzi più alti. Ed il mercato ha sempre ragione !
Quindi mi limito a dire che la diversificazione sui mercati azionari è il principale driver di performance e riduttore di rischio nel tempo. Nella pratica un indice MSCI AWCI ovvero All World Country Index nel 2014 ha messo a segno un 7,93% in valuta locale il che significa che un portafoglio azionario diversificato a livello mondiale in base alla capitalizzazione delle borse avrebbe consentito ad un risparmiatore di chiudere un anno in modo soddisfacente. Ciò a differenza invece di quell’investitore che all’inizio del 2014 avesse puntato tutto sulla ripresa dell’Europa magari ascoltando gli oracoli di delfi..
Potrà apparire noioso diversificare ma il capitale investito è soggetto a minore volatilità e nel lungo termine crescerà poichè riflette la crescita del mondo e non di una singola regione. Tra speculazione ed investimento io scelgo la seconda poichè se è vero che potrei essere disposto ad accettare un pò di volatilità nei miei investimenti per aver un maggiore premio, non sono altrettanto disponibile ad accettare il fatto che dopo 14 anni sia ancora in perdita !
Il secondo driver, come chi legge il mio blog sa da tempo, è l’analisi dei trends attraverso un algoritmo che ci consenta di sottopesare o sovrappesare o addirittura azzerare la posizone azionaria quando arrivano segnali. A chi si chiedesse dunque cosa fare sui mercati azionari risponderei che il mercato ci dirà cosa fare !
Sul mercato obbligazionario nel 2015 sicuramente diventa sempre più difficile creare rendimenti. Basta guardare i rendimenti delle obbligazioni governative in Italia, che è tra le poche aree al mondo non emergenti ad avere i rendimenti più alti
Ricordo come la tabella esprima rendimenti al lordo della tassazione del 12,5% e delle commissioni di negoziazione. Credo, sicuro di non peccare di presunzione, che difficilmente potrà esserci ancora molto spazio per avere rendimenti sui bond nel 2015. Sappiamo inoltre che un decennale governativo tedesco rende lo 0,55% e che gli spreads tra governativi e societari sia nell’investment grade che nello speculativo sotto la tripla B sono estremamente compressi. Dove andrà dunque, un gestore obbligazionario nel 2015, per trovare rendimenti ? Chi volesse dunque avere nel portafoglio dei bonds dovrà stare attento ed utilizzare solo gestori obbligazionari mondiali flessibili sperando di aver scelto tra i tanti il gestore che farà la differenza. Poichè il gestore farà davvero la differenza nel 2015.
Quindi per tornare al titolo “E adesso che fare ?” a voi le conclusioni ma il cash non paga, i bonds non hanno più rendimenti e le azioni ……non sono per tutti !
Beh, rimangono sempre gli immobili …..o le materie prime…in caduta libera…
Sarà un 2015 divertente e vedremo solo alla fine chi avrà vinto. Nel frattempo io continuerò ad essere amico dei trends !