Chissà cosa avranno pensato i possessori di quei bond quando hanno visto azzerare il loro valore lunedì 30 novembre 2015. Probabilmente gli sarà venuto in mente che il bancario nulla gli aveva detto circa l’eventuale possibilità di azzeramento dell’investimento obbligazionario e comunque che ciò sarebbe stato impossibile perchè non era mai successo…..che…
Ma ripercorriamo i fatti: nell’ultimo week end il governo e bankitalia hanno deciso di salvare 4 banche in crisi (Banca Marche, banca Etruria, Carife, Carichieti) applicando già in parte le nuove regole di risoluzione delle crisi bancarie, tra cui il bail in, che entreranno in vigore il 01 gennaio 2016. Hanno così pagato pesantemente i risparmiatori (azionisti e obbligazionisti subordinati) che avevano acquistato questi titoli. Secondo i calcoli fatti da reuters in base ai codici isin indicati da Bankitalia, il valore dei bond subordinati delle quattro banche “azzerati” con la risoluzione è di 638 milioni di euro mentre quello dei bond che vanno nella liquidazione circa 275 milioni di euro. Stiamo parlando di 913 milioni !
Una vera mazzata per i risparmiatori e soprattutto per coloro i quali hanno perso i risparmi di una vita di lavoro. Alcuni hanno sfogato la loro rabbia danneggiando le filiali ed altri minacciando di morte i bancari. Ovviamente dopo il caso, come sempre si è aperta la caccia alle streghe, e la Consob è intervenuta “tardivamente” con la comunicazione che obbliga le banche ad informare adeguatamente i clienti sui rischi del Bail- in (vedi https://gianlucabati.com/2015/09/22/la-tutela-dei-depositi-bancari/). Molti avevano sentito sicuramente parlare di questo Bail-in ma probabilmente non avevano ben compreso gli effetti. E peraltro la stessa decisione era stata presa l’anno scorso dai portoghesi quando era andato in default il Banco Espirito Santo. Beh, ora credo abbiano ben compreso cosa può accadere con i nuovi regolamenti !
Penso proprio che di questa storia si parlerà parecchio. Chi risponderà alle domande del settantenne ex funzionario delle ferrovie a cui tre settimane fa sono stati venduti bond subordinati per 500.000 euro ?
Si parla da mesi di Bail-in e di banche in crisi eppure Bankitalia e soprattutto Consob solo oggi interviene a tutela dei risparmiatori, a danno avvenuto !
Ma siamo sicuri che la colpa è solo del sistema, degli organi di vigilanza, del Bail-in, dei bancari privi di scrupoli e delle banche mal gestite ? Forse, se guardiamo la situazione dall’alto, ci appare tutto un pò più chiaro e ne comprendiamo la morfologia. Viviamo in un paese dove la maggioranza della ricchezza patrimoniale finanziaria è in mano a persone anziane che hanno depositi bancari importanti poichè costruiti negli anni del boom economico italiano degli anni 60, 70, e 80. Persone, che il più delle volte, hanno una scarsa, se non insufficiente, cultura finanziaria e che considerano una perdita di tempo leggere informazione finanziaria. Va detto anche che lo “Stato Mamma” in quegli anni di BOT a tassi altissimi non ha aiutato certo questi risparmiatori a capire come gestire al meglio i propri risparmi. Ne deriva dunque che questa grande massa di persone rimasta orfana del “Tasso” non riesce e non vuole arrendersi al fatto che oggi l’unica soluzione a questa situazione, all’incertezza e alla complessità, è la diversificazione. Gli sforzi andrebbero dunque concentrati non nella ricerca del migliore tasso offerto dalla banca ma nella ricerca della massima diversificazione di portafoglio al fine di ridurre il più possibile i rischi. La diversificazione non fa scomparire il rischio mercato e dunque la volatilità del proprio patrimonio ma azzera quasi completamente il rischio specifico cioè quello del fallimento dell’emittente.
Complici di questo pasticcio sono certamente gli operatori finanziari che, approfittando dell’asimmetria informativa tra cliente e operatore, anzichè fare consulenza piazzano prodotti a risparmiatori cedendo alle pressioni del management della Banca il più delle volte accecata da una visione di breve periodo e dalla forsennata ricerca di profitto. Sicuramente occorrerebbe maggiore etica, un sistema diverso ma fino a che la situazione è questa la migliore difesa che un risparmiatore può mettere in campo è quella di documentarsi prima di fare investimenti capendo che le uova vanno messe in panieri diversi per evitare che si rompano tutte nello stesso momento. Per intenderci, se quei risparmiatori avessero acquistato un paniere di obbligazioni subordinate delle principali Banche Europee (e non un singolo emittente) non sarebbe finita così. Se i tassi sono vicini allo zero e qualcuno ti sta offrendo un tasso alto con scadenza corta forse oggi occorrerebbe approfondire. In definitiva occorrerebbe avere la consapevolezza che in mercati efficienti ad un rendimento atteso alto corrisponde un rischio alto. Considerare il rischio come l’altra faccia del rendimento e non il tasso come unico punto d’interesse. Sapere che il rischio non fa parte solo dell’azionario. La diversificazione, come più volte detto in questo blog, si ottiene acquistando strumenti di risparmio gestito quali fondi/ETF e costruendo un portafoglio che abbia attività decorrelate tra loro. Non sarà un caso il fatto che siamo uno dei paesi con il maggior risparmio in depositi e la minore percentuale di risparmio gestito nei portafogli. E sembra che, a parte lo spauracchio iniziale, dopo i vari fallimenti..a partire dall’Argentina passando per la Parmalat, Cirio, Lehman Brothers …fino ad arrivare alla più recente Grecia i risparmiatori continuino ad essere recidivi commettendo sempre lo stesso reato pur essendo già stati condannati !