Proprio così…spesso cerchiamo qualcosa di nuovo e diverso, perché riteniamo che il vecchio sia superato, sia obsoleto e da rottamare. A volte invece ci diciamo anche, “vuoi che sia così semplice, figurati” … “vuoi che sia così alla portata” e soprattutto “come è possibile che sia sempre stato lì e io non l’ho mai considerato… no, non può essere, dove è la fregatura ?”
Già, accade spesso così, ma io sono qui, per ricordarvelo e per dirvi che siete ancora in tempo per approfittarne. Quindi per una volta mandiamo al diavolo asset allocation dinamica, titoli, certificati, obbligazioni, mutiramo, gestioni separate e qualsiasi altra diavoleria e ritorniamo al pane, prosciutto e bicchiere di vino. Oggi vi voglio parlare di due fondi comuni d’investimento di cui almeno di uno dei due vi avevo già parlato in passato. (Per chi volesse leggere il vecchio articolo “affrontare l’imprevedibilità come una scimmia”). Si tratta di un bilanciato moderato internazionale e di un azionario internazionale che per storia e persistenza dei risultati si sono contraddistinti nel panorama dell’industria del risparmio gestito. Ma come sappiamo tanti fondi si sono forgiati delle cinque stelle Morningstar per alcuni periodi e poi improvvisamente sono scesi agli inferi …per cui vi voglio parlare di due gestori che non hanno la presunzione di fare previsioni e stupire ma solo di fare bene quello che è possibile fare. Così facendo non ci troveremo risultati sganciati dalla realtà dei mercati o incomprensibili ma risultati in linea con il buon senso che è stato adottato nel fare i portafogli. Ma partiamo dal Blackrock Global Allocation. Si tratta di un bilanciato fondato e coogestito da Dennis Stattman dal 1989 fino al 2017 anno del suo ritiro con la logica del multi-asset e non del gestore star ovvero con la volontà principale di avere una grandissima diversificazione in termini di asset e titoli e mantenendo una esposizione azionaria vicini al 60%… io lo chiamo il bilanciatone, l’evergreen che chiunque dovrebbe detenere in portafoglio per la parte core. La prima domanda che sorge spontanea è quanto lo dovrò tenere nel portafoglio per avere un rendimento soddisfacente ( e qui si aprirebbe un altro capitolo). La risposta è che il tempo lavorerà per noi e a nostro favore e dunque il più possibile …
Guardiamo nel dettaglio l’andamento del fondo dal 2002 ad oggi e confrontiamolo con un indice azionario world all country come MSCI AC WORLD anche se non sarebbe corretto.
Senza la necessità di fare analisi approfondite, anche a occhio nudo possiamo notare due elementi distintivi, il rendimento del fondo bilanciato maggiore dell’azionario internazionale (155% contro 131%) e la minore volatilità (oscillazione dei prezzi dalla loro media). Esaminandolo più con la lente d’ingrandimento e l’occhio critico possiamo anche vedere che in alcuni periodi ad esempio 2015 e 2018 il fondo non ha generato ritorni positivi e che quindi nonostante sia un bilanciato è richiesto il solito ingrediente che l’investitore tollera poco: la pazienza. Solo mettendo sul campo quest’ultima si sarebbe potuto godere del risultato finale.
L’altro fondo di cui vorrei parlarvi è il Morgan Stanley Global Brands ovvero un azionario internazionale di lunga storia e risultati. Il team d’investimento ritiene che le società con un brand importante possano generare rendimenti interessanti nel lungo periodo. Di norma, queste società godono infatti di posizioni di mercato dominanti, beneficiano di attività immateriali di alto valore e difficilmente replicabili e sono in grado di generare un’elevata redditività del capitale operativo senza ricorso alla leva, nonché solidi flussi di cassa. Tra le altre caratteristiche vi sono flussi reddituali ricorrenti, potere contrattuale, bassa intensità del capitale e crescita organica. Già…ma sottolineano nel lungo termine. Anche questo lo confrontiamo con l’indice MSCI AC World al fine di capire se un approccio di questo tipo nel tempo è stato premiante rispetto alla replica dell’indice.
In questo caso l’investitore che si fosse affidato ad un portafoglio completamente azionario dal 2002 e non si fosse curato delle crisi che si sono susseguite negli anni essendo fiducioso che il tempo avrebbe lavorato a suo favore sarebbe stato premiato con un 352% contro un 131% dell’indice World AC.
Ora il tema è che non esistono certezze oggi più che mai e occorre convivere con la volatilità e sapere che sarà proprio grazie a questa che si raggiungeranno ottimi risultati.
Infatti i due fondi in questione sono esempi concreti di come sia stato possibile avere rendimenti in un’epoca a tassi bassi o zero e molti di voi hanno toccato con mano avendoli nei loro portafogli. E se solo aggiungessimo una modalità di acquisto in forma di piano di accumulazione troveremmo la quadratura del cerchio. Troppo semplice ?