Quante volte sento questa frase e quante volte mi è frullata per la testa. In fondo sarebbe stato sufficiente acquistare qualche azione amazon 20 anni fa per diventare milionari. Talmente facile e ovvio che potremmo bussare alla porta del nostro vicino di casa e averne conferma. In realtà sarebbe stato sufficiente osservare il suo tenore di vita drasticamente cambiato per accorgersene…Ma allora, perchè se era talmente ovvio e facile, io, al contrario del mio vicino, non mi sono seduto al buffet ? Dove ho sbagliato ? Perchè magari, se capisco l’errore, riesco a trovare la nuova Amazon.
Con il senno di poi, siamo tutti bravi. La storia della finanza è costellata di scienziati ex post. Ma noi, “non siamo venuti giù con la piena” , e sappiamo che se è vero che la fortuna aiuta gli audaci, solo una consapevolezza adeguata può salvare l’uomo sul mercato finanziario. In altre parole, se rapportiamo il numero di investitori nel mondo a quelli che sono diventati milionari facendo stock picking, ovvero selezionando un’azione contravvenendo alla prima regola degli investimenti che è la diversificazione, ci renderemmo conto subito, che la probabilità di diventare ricchi scegliendo un azione tra le decine di migliaia di aziende quotate, è forse minore alla probabilità di vincere una lotteria nazionale.
Ma il fascino della lottery stocks list (lista di azioni che potrebbe farci arricchire) è spesso vincente rispetto ad una pianificazione finanziaria che segua determinate regole stabilite dal buon senso. Del resto l’uomo è un sognatore…
Ora vediamo perchè cercare di selezionare l’azienda che sarà protagonista a livello planetario nei prossimi 20 e più anni è una pratica impossibile.
Per dimostrare quello che dico, andiamo a vedere la composizione del Dow Jones industrial average nel 1991. Vediamo delle aziende con nomi e storia molto altisonanti dell’economia americana come quelle elencate qui sotto
Allied-Signal Incorporated
Eastman Kodak Company
Minnesota Mining & Manufacturing Company
Aluminum Company of America
Exxon Corporation
Philip Morris Companies Inc.
American Express Company
General Electric Company
The Procter & Gamble Company
AT&T Corporation
General Motors Corporation
Sears Roebuck & Company
Bethlehem Steel Corporation
Goodyear Tire and Rubber Company
Texaco Incorporated
The Boeing Company
International Business Machines Corporation
Union Carbide Corporation
Caterpillar Inc.
International Paper Company
United Technologies Corporation
Chevron Corporation
JPMorgan Chase|J.P. Morgan & Company
The Walt Disney Company
The Coca-Cola Company
McDonald’s Corporation
Westinghouse Electric Corporation
E.I. du Pont de Nemours & Company
Merck & Co., Inc.
F. W. Woolworth Company
American Can CompanyNavistar International|Navistar International Corporation
U.S. Steel|USX Corporation
ma questa lista, che ribadisco rappresentava nel 1991 le maggiori aziende USA, nel 2020 si presentava con altri protagonisti
3M
Goldman Sachs|
Nike, Inc.
American Express
The Home Depot
Procter & Gamble
Amgen Inc.
Honeywell|
Salesforce|
Apple Inc.
Intel|Intel Corporation
The Travelers Companies
Boeing
IBM
UnitedHealth Group
Caterpillar Inc.
Johnson & Johnson
Verizon Communications
Chevron Corporation
JPMorgan Chase
Visa Inc.
Cisco Systems
McDonald’s
Walgreens Boots Alliance
The Coca-Cola Company
Merck & Co.
Walmart|
Dow Inc.
Microsoft
The Walt Disney Company
ExxonMobil
Pfizer
Raytheon Technologies
Potremmo fare questo giochetto ogni decade per scoprire che ci sono protagonisti che se ne vanno e vengono sostituiti da nuovi player. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di scomodare un esempio eclatante ma un esempio vale più di mille parole. Se guardiamo bene, nella lista del 1991, c’era un’azienda che negli anni 80 era stata protagonista nel suo settore e che facilmente sarebbe stata oggetto, dopo le strabilianti performance, di interesse per un investitore. Al tempo avremmo probabilmente scommesso che l’azienda sarebbe stata protagonista della prossima decade e invece nel 2020 scopriamo che non solo l’azienda è uscita dall’indice Dow Jones ma addirittura è fallita !
A questo serve conoscere la storia, non per prevedere il futuro, ma per sapere cosa può succedere quando siamo in overconfidence e vogliamo concentrare tutto su un titolo perchè “sicuramente” è e sarà una scelta vincente.
Ma c’è un altro punto su cui mi voglio soffermare. Ancorchè io sia stato particolarmente bravo/fortunato da scegliere il cavallo vincente, sono così sicuro di riuscirlo a tenere, anche quando inevitabilmente perderò soldi ?
Quando il mercato cala, spesso, si dice che si butta “il bambino con l’acqua sporca”, ovvero tutti i titoli scendono, anche quelli che fanno capo ad aziende che saranno le protagoniste di domani. E quando i titoli calano, la perdita di denaro fa attivare l’amigdala, quella parte del cervello che attiva la paura e l’ansia e scatena la reazione di fuga che accomuna tutti gli animali in trappola e siccome la sofferenza generata dalla perdita di denaro ha una intensità doppia rispetto ad un guadagno equivalente…corriamo a vendere…
Perdere denaro è talmente doloroso che molte persone vendono tutto quando sono vicine ai minimi…
Atteggiamento che nel caso di Kodak avrebbe salvato quel poco rimasto ma che nel caso di amazon…

Nel caso di Amazon avrebbe fatto perdere un 93% dal 1999 al 2001 ma poi non avrebbe consentito di realizzare nei successivi 20 anni…

un guadagno probabilmente milionario ….
In definitiva cosa apprendiamo da questo esempio;
non dobbiamo canalizzare risorse per cercare la pepita d’oro, poichè il motivo per cui investiamo, non è guadagnare più soldi della media rischiando di romperci l’osso del collo, ma di mettere in atto un piano finanziario ed una disciplina comportamentale che possano condurci, con un buon margine di sicurezza, dove vogliamo. Alla fine, l’importante non è tagliare il traguardo prima degli altri, ma assicurarsi di tagliarla la linea del traguardo !