Sono obsoleto?

“Trend is your friend”, si dice, ovvero segui la tendenza perchè il mercato è tuo amico. Condivido pienamente questra strategia e chi mi conosce lo sa benissimo. Tuttavia episodi recenti come la pandemia del 2020 con la caduta del mkt a coltello in un lasso di tempo strettissimo, ci hanno ricordato che queste strategie di posizionamento sui mercati vanno maneggiate con cura, poichè la loro efficacia dipende dalla volatilità dei mkt. Infatti mentre evitiamo sempre il “rischio rovina”, in periodi in cui il trend non è ben definito ed il mercato volatile, abbiamo molto “rumore” e frequenti in/out che riducono la performance. Per cui fare timing sul mercato seguendo una metodologia chiara quantitativa è certamente fondamentale ma affiancare anche indicatori di analisi fondamentale è altrettanto importante.

Se guardiamo il grafico dello S&P500 qui sotto con il trading system basato sull’incrocio delle medie mobili corte e lunghe vediamo che il trend oggi è rialzista.

A partire dal 2020 abbiamo avuto 4 segnali. Una uscita ed un rientro a prezzi superiori nel 2020. Un segnale di uscita nel 2022 ed un segnale di rientro nel 2023 esattamente a fine aprile. Questa strategia quantitativa basata sull’incrocio delle medie mobili esponenziali avrebbe generato il maggiore valore nel 2021. Ora da aprile 2023, nonostante una correzzione importante nel recente periodo estivo il semaforo è verde. E’ sufficiente questa analisi per sovrappesare i portafogli sull’equity? Ma soprattutto è sufficiente per sovrappesare gli USA comprando S&P500?

Secondo me no. Il trading system sul grafico dello S&P500 ci da una valutazione positiva ma se andiamo a vedere altri due aspetti, forse potremmo essere tentati di assumere un atteggiamento più cauto.

Il grafico di cui sopra mostra il cape, meglio conosciuto come Shiller P/E Ratio, ideato dal premio Nobel Rober Shiller nel 2013. L’indicatore misura il rapporto tra i prezzi e la media decennale degli utili al netto dell’inflazione. Nella pratica ci dice quanto stiamo pagando gli utili delle aziende rispetto alla media storica.

L’indice CAPE è utilizzato per prevedere i potenziali utili di una società o indice nei successivi 20 anni. La teoria è che più il valore dell’indice è basso, maggiore è il rendimento delle azioni nei prossimi due decenni mentre le azioni vengono in linea con il loro vero valore. Più il valore dell’indice è elevato, più probabilmente le azioni possono contenere profitti eccessivi, poiché i prezzi delle azioni sono già ‘gonfiati’.

Certamente, questo indicatore, che in questa sede abbiamo analizzato sul listino più importante del mondo ovvero quello USA, staziona a livelli ben superiori alla media storica. Ci sta dicendo che probabilmente stiamo pagando gli utili delle aziende un pò troppo.

L’altro aspetto da considerare è il tasso pagato oggi dal governo statunitense sul proprio debito a 2 anni e 10 anni. Il rendimento che un investitore può ottenere da un investimento in bond governativi USA è competitivo e probabilmente maggiore, se ragioniamo sugli utili attesi, rispetto al rendimento dell’S&P500. Infatti l’alternativa appetibile del free risk governativo oggi, fa gola a molti investitori, ancor più se l’inflazione continua a calare, poichè riescono ad ottenere un rendimento reale privo di rischio che non vedevano da anni. Significa che non appena gli utili dello S&P500 inizieranno a calare, o forse prima, si posizioneranno velocemente sui bond. Nella chart qui sotto possiamo vedere graficamente la differenza tra rendimento rendimento dell’indice azionario (utili e dividendi) e rendimento del bond a 2 e 10 anni. Quando è in territorio negativo significa che il rendimento del bond è maggiore dell’equity.

I due aspetti considerati (cape e differenza rendimento bond/azioni) sono, tra gli altri che prendo in considerazione, due dei più importanti ma potremmo anche analizzarne altri ed arriveremo alla stessa conclusione. L’indice s&p500, che sta trainando tutti i mercati ed è stato il principale contributore di performance del 2023, non è a prezzi ragionevoli e non lo è da tempo. Ma sappiamo anche che i mercati possono rimanere in sopravvalutazione/sottovalutazione per anni prima di tornare alla corretta valutazione. Per cui certamente un piede e più bisogna avercelo negli USA come sull’indice World (composto dal 64% di usa) ma con prudenza e sottopeso in attesa di vedere prezzi più ragionevoli. Per il resto ritengo più di buon senso acquistare anche altri indici azionari nel mondo che al momento sono in trend dal punto di vista tecnico quantitativo con trend rialzisti in corso ma con fondamentali come il cape shiller più vicino alla media storica o addirittura inferiore.

Ultimo ma non meno importante, ricordiamoci, come vediamo dal primo grafico, che l’S&P500 non ha ancora raggiunto i suoi massimi del dicembre 2021 ovvero i 4670 del 31 dicembre 2021. Il superamento di quel masimo sarà certamente un segnale importante di conferma del trend attuale dal punt di vista tecnico.

Torniamo alla domanda provocatoria del titolo “sono obsoleto?”

Non credo di esserlo, leggo tanto e mi affascina la storia dei mercati a cui sono molto interessato e appassionato. Credo piuttosto di essere a conoscenza che multipli di borsa elevati ed in molti casi molto lontani dalla media storica siano un campanello d’allarme ma come diceva Isaac Newton “posso prevedere il il movimento dei corpi celesti ma non la follia della gente”

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Consulente finanziario Finecobank
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