La negatività esagerata degli Italiani ?!?!

Gli Italiani stanno attraversando una grave crisi finanziaria, forse non la più profonda di sempre, ma comunque una tra le più grandi. Ma c’è una tendenza innata degli Italiani ad esagerare la negatività delle proprie condizioni economiche e finanziarie nei comportamenti che adottano per gestire attivi e passività. Infatti se un 28% si dice in condizioni difficili, un 47% riferisce di una condizione vulnerabile al punto da dover procedere a rinunce o rinvii nell’impiego del proprio denaro. Il problema è che in realtà saranno molti di più gli Italiani economicamente e finanziariamente eccessivamente e immotivatamente depressi !

Lo rileva l’indagine Acri-Ipsos (in occasione della 89ma giornata del risparmio). Ciò a conseguenze rilevantissime in termini di rallentamento dei consumi e procrastinazione delle scelte di lungo termine.  Ma tale pessimismo è giustificato ?

Non è giustificato certo dal trend del risparmio poichè da questa indagine emerge addirittura un miglioramento con un proseguimento dell’abitudine degli Italiani al risparmio addirittura rafforzata rispetto al 2012.

Non è giustificato certo dal bollettino economico di Banca d’Italia datato ottobre 2013 che conferma che negli ultimi mesi, anche in virtù del miglioramento del ciclo economico europeo, sono emersi per l’economia italiana alcuni segnali qualitativi positivi. Il giudizio delle imprese sulle condizioni per investire è migliorato, tornando su valori prossimi a quelli precedenti la crisi dell’estate del 2011, sia nell’ industria sia nei servizi. Il calo della produzione industriale è proseguito in luglio e, in misura minore, in agosto; nel trimestre estivo il ritmo di caduta del PIL dovrebbe essersi pressoché annullato. Si profila, la possibilità di un’inversione di tendenza dell’attività economica entro la fine dell’anno, cui la ripresa degli investimenti fornirebbe un contributo significativo.

dati Italia

Non è certo per il calo delle esportazioni delle nostre aziende poichè nei primi sette mesi dell’anno in corso, pur in presenza dell’apprezzamento del cambio, si è consolidato il miglioramento del saldo del conto corrente, che ha registrato un surplus di 3,9 miliardi. Oltre al perdurante calo delle importazioni vi ha contribuito, nel secondo trimestre, anche la crescita delle esportazioni verso i mercati interni all’Unione europea nei quali l’Italia ha beneficiato della ripresa della domanda, mantenendo le quote di mercato.

E ancora non è certo per il clima di fiducia delle imprese che da mesi sta migliorando nettamente…..

pil

Ma allora, direte voi, perchè c’è questo pessimismo che aleggia intorno a noi e che ci legittima a non progettare ed investire ? Perchè noi Italiani guardiamo al futuro con gli specchietti retrovisori non accorgendoci, per esempio, che rispetto a due anni fa la situazione è estremamente migliorata. Ma non ci piace vedere questi miglioramenti, molto meglio crogiolarsi nella sofferenza comune focalizzandoci sulle cose che non vanno…

Dice Banca d’Italia “La caduta dell’occupazione, intensa nel primo trimestre di quest’anno, si è attenuata nel secondo. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 12,0 per cento nel secondo trimestre, aumentando in misura più contenuta rispetto a quelli precedenti. È essenziale non disperdere le opportunità offerte dal miglioramento del quadro congiunturale dell’area dell’euro e dai primi segnali di stabilizzazione in Italia. Le politiche di sostegno alla liquidità delle imprese stanno avendo effetti favorevoli. L’impegno a promuovere la crescita nell’ambito di un disegno riformatore coerente e sistematico e il rispetto scrupoloso degli obiettivi di bilancio rimangono elementi cruciali per sciogliere i nodi che soffocano la capacità competitiva dell’economia italiana. Il rafforzamento dell’assetto istituzionale europeo, di cui l’Unione bancaria è una tappa fondamentale, dovrà anch’esso contribuire al raggiungimento di condizioni più distese sui mercati finanziari nell’area dell’euro e nel nostro paese, concorrendo a interrompere la spirale negativa tra rischio sovrano e banche.”

Qualcuno al di fuori dell’Italia, questi dati in miglioramento, li sta osservando da mesi ed ha cominciato ad inserire nei portafogli attività economiche e finanziarie Italiane sulle aspettative che il peggio sia alle spalle.

Ma noi Italiani siamo troppo presi dalle vicende politiche e dal gossip, non amiamo i numeri ed abbiamo una scarsa educazione finanziaria che non ci consente di avere una opinione nostra ma fortemente influenzata dai mass media.  Non so se questo paese ce la farà e sapete cosa penso a riguardo della concentrazione degli investimenti. Non posso, però, fare a meno di constatare come negli ultimi mesi la situazione stia migliorando e quasi nessuno degli Italiani se ne sta accorgendo. Ritornando alla prima parte del mio articolo, sono gli stessi che poi rimandano le decisioni di investimento in attesa di chissà quale evento miracoloso. E questo comportamento non farà altro che ritardare o annullare qualsiasi timido segnale di ripresa. Eppure il nostro GDP è ancora di tutto rispetto se paragonato a quello dei competitors e probabilmente significa che qualcuno, nonostante tutto, ci crede e sta continuando a fare la propria parte !

gdp

E allora, pur ricordando che la diversificazione negli investimenti è la prima regola, forza e coraggio !

Informazioni su gianlucabati

Consulente finanziario Finecobank
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