Il portafoglio 60/40 risorgerà?

La classica divisione 60/40 tra azioni e obbligazioni è stata un pilastro dei portafogli bilanciati sin da quando il concetto è stato inventato nel 1952. Eppure ora ci poniamo delle domande su questo approccio di investimento tradizionale dopo un a dir poco “difficile” 2022, dal momento che sia le azioni che il reddito fisso sono scesi in tandem.

Tuttavia, tutti noi investitori non dovremmo trascurare le loro credenziali a lungo termine a causa di un solo anno negativo. Le analisi di un ipotetico portafoglio 60/40 ha rivelato che, in un arco di tempo più lungo, le performance sono state costantemente solide, con rendimenti positivi in 15 degli ultimi 20 anni solari.

Si scopre anche che, gli anni solari con risultati negativi, sono generalmente seguiti da anni solari con risultati positivi solidi, riaffermando la convinzione che tutti noi investitori dovremmo prendere in considerazione i portafogli 60/40, anziché esserne eccessivamente preoccupati.

Eppure, a ragione ci mancherebbe, non mancano coloro i quali dopo un 2022 nefasto ed un 2023 in sordina sollevano dubbi sulla validità del portafoglio bilanciato. Complice uno strepitoso recupero delle borse USA e Europa in primis, gli investitori oggi pensano che un portafoglio azionario orientato al lungo termine sia la soluzione migliore. Io non sono tra quelli e credo invece che il portafoglio classico allocato 60% equity e 40% bond non sia da mettere in cantina. E’ il portafoglio che ha garantito rendimenti annui negli ultimi 20 anni vicini a quello di un portafoglio azionario ma con una volatilità inferiore di un terzo mitigata dai bond come posiamo vedere dalla tabella qui sotto che mostra i rendimenti di un portafoglio 60/40 ribilanciato annualmente

Probabilmente l’asset allocation ottimale, in un periodo in cui stiamo vivendo il rialzo dei tassi più consistente e veloce degli ultimi 20 anni accompagnato da una stretta monetaria mai vista in tempi recenti. Difficilmente, infatti, non ci saranno ripercussioni a livello economico che andranno a ridimensionare i multipli di borsa.

Per cui ritengo che, oggi, visti i tassi presenti sui bond, un portafoglio che abbia una componente monetaria, obbligazionaria e equity sia, al di là del risultato di breve, un mezzo ottimo per navigare in questo nuovo contesto monetario ed economico.

Visto il profilo di rischio degli italiani, più conservativo/moderato che dinamico, potremmo dire che la maggioranza delle assett allocation dei portafogli si posiziona oggi tra un 20 e 60% di equity e la parte restante in bond. E allora andiamo a vedere come sono andate queste due soluzioni da gennaio 2022 analizzando i benchmark di riferimento. Partiamo dal grafico 60/40

E il portafoglio benchmark nel 2023 dopo un 2022 negativo per i bond e l’equity

Come possiamo vedere la parte bond ancora non sta salvando il portafoglio ma sta togliendo performance alla parte equity che va a gonfie vele nel 2023 escluso emergenti e asia. Possiamo vedere il fenomeno ancora più accentuato, analizzando la performance di un portafoglio 20/80 che nel 2022 ha fatto veramente male e ben peggio di un portafoglio 100% equity

e nel 2023

Molti investitori, sono tentati di ridurre la parte bond a favore dell’equity, visti gli scarsi risultati complessivi dell’ultimo anno e mezzo dei portafogli, lasciando la fila che si è fermata per quella che scorre veloce ma se razionalizziamo su un portafoglio allocato bond e equity all’inizio del 2022, oggi, dovremmo fare operazioni di ribilanciamento a favore dei bond che hanno performato male per ridurre la rischiosità del portafoglio e riportarla ad un allocazione che rimanga coerente con quella che avevate scelto in funzione dellle vostre esigenze e del vostro carattere. Dopo di che, possiamo fare tutte le considerazioni, per decidere sottopesi o sovrappesi sull’equity di un portafoglio in base agli indicatori di mercato quali ad esempio i fondamentali ma dobbiamo essere consapevoli che, come accaduto in questo 2023, fare timing per prevedere il mercato, nel breve, può avere un costo.

Informazioni su gianlucabati

Consulente finanziario Finecobank
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