Il mercato è ancora sopravvalutato?

Il Warren Buffet indicator è uno dei miei preferiti metodi di valutazione del mercato azionario, e ovviamente, il preferito da Warren Buffet da cui deriva il nome dell’indicatore. Insieme al modello di Shiller il “CAPE P/E”, il Warren Buffet indicator è risultato molto utile negli anni per capire se il mkt azionario è equamente valutato, sopravvalutato o sottovalutato in un dato momento. Puntualizzo come sempre, per non essere frainteso, che questo indicatore è un elemento importante da utilizzare nel processo di valutazione del un mkt azionario ma andrà aggiunto ad altri elementi di valutazione per arrivare ad una conclusione di buon senso.

In questo articolo ci occuperemo solo dell’indicatore Warren Buffet. L’indicatore è costituito dal rapporto capitalizzazione di mercato e prodotto lordo del paese. Partiremo dal mercato USA ovvero dal mercato in cui abbiamo più dati disponibili e da quello che Warren Buffet ha maggiormente utilizzato per valutare il mercato domestico in cui ha operato in questi ultimi decenni. In pratica, si rapporta il valore delle azioni sul mercato in un dato momento, al prodotto lordo domestico del paese. Una recente variante prevede di inserire al denominatore il prodotto interno lordo e gli asset della banca centrale, ma il risultato finale non cambia di molto, e si arriverebbe alla stessa conclusione.

Nel grafico possiamo vedere il valore di questo rapporto variare nel tempo, dal 1970 ai nostri giorni. La ratio è che, quando il rapporto è nella parte bassa del grafico, il mkt azionario è sottovalutato, siamo in una fase di pessimismo mentre quando il rapporto è nella parte alta del grafico, il mercato è sopravvalutato. Come possiamo vedere dal grafico il valore medio si attesta a 82,8%, valore al quale corrisponde una capitalizzazione di mercato che è pari all’82,8% del PIL. L’indicatore è stato applicato in questo caso all’indice Wilshire 5000, l’indice più completo per rappresente l’universo investibile USA. E’ particolarmente evidente nel grafico di cui sopra, come ad un periodo di forte sottovalutazione del mkt azionario dal 1970 circa al 1995 ne sia seguito uno di forte e persistente sopravvalutazione partito nel 2010 e in atto ancora oggi. Chiaramente queste due fasi corrispondono a cicli economici depressi come quelli degli anni 70 e cicli fortemente espansivi come quelli partiti nel 2010. Non possiamo non notare, come i migliori punti di ingresso sul mkt azionario USA, siano stati in corrispondenza di bassi rapporti Market cap/GDP. Per mostrarvi la correlazione positiva tra bassi rapporti e buoni momenti di ingresso sul mkt possiamo pasare al grafico successivo

In questo grafico vediamo il Buffet Indicator confrontato con l’indice S&p500 USA dal 1950. A valore molto bassi di questo rapporto come negli anni 75/85 e 2003/2009 è poi seguito un ciclo fortemente rialzista del mercato azionario. Alla stessa stregua quando l’indicatore è stato su livelli massimi ovvero il 1967, il 2000 ed il 2021 sono seguiti mercati ribassisti di differente durata. Oggi l’indicatore tratta a 146% e dunque potremmo certamente dire che il mercato azionario USA non è a sconto. Dobbiamo ricordarci, tuttavia, che livelli di sopravvalutazione del mkt vengono a volte mantenuti anche per periodi lunghi prima di tornare verso il loro valore medio e lo stesso discorso vale per i periodi di sottovalutazione. L’indicatore quindi dovrebbe essere molto utile per decidere che esposizione tenere sul mercato di riferimento analizzato (in questo caso USA), sovrappesando quando il rapporto è basso e sottopesando quando il rapporto è alto.

Sono sicuro che molti di coloro che stanno leggendo l’articolo si stiano chiedendo cosa esprime l’indicatore sugli altri mercati azionari mondiali. Anche io me lo chiedo sempre e dunque acco un foglio di calcolo che esprime i valori assunti in questo momento dall’indicatore sui maggiori mercati azionari del mondo confrontandolo con i massimi ed i minimi assoluti toccati nella loro storia.

la tabella rileva che Europa (Germania, Spagna, Italia,ad esempio), Cina e diversi mercati emergenti siano particolarmente lontani dai loro massimi storici e comunque molto al di sotto del 100%. Potremmo pensare quindi si sovrappesare queste aree perchè i prezzi del mercato azionario sono ragionevoli e maggiormente “fair” aspettandoci quindi un ritorno alla media nel prossimo futuro, armandoci dei soliti ingredienti necessari sui mercati: pazienza e fiducia.

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Informazioni su gianlucabati

Consulente finanziario Finecobank
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2 risposte a Il mercato è ancora sopravvalutato?

  1. cecilia.para ha detto:

    interessante…molto interessante
    grazie

  2. Tommaso Villanova ha detto:

    Ottima illustrazione dell’argomento.
    Bravo Luca.

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